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20 maggio 2015

Barbara Fiorio: Qualcosa di vero


Le fiabe. Chi non le ama? Chi non ne ha una preferita? E a quanti di noi sono state raccontate quelle vere? Quelle dove le principesse sono piuttosto sciocche e i principi non sono proprio degli esempi di attraente sagacia.

Credo che tutti noi siamo stati cresciuti con favole riviste e corrette, in cui la Disney ha ridimensionato la parte ad alcuni principi proprio storditi e li ha resi romantici e interessanti, cambiato finale ad alcune storie, regalando un happy ending, e rivisto anche alcuni elementi della fiaba rendendoli decisamente più romantici e, in alcuni casi, più dolci e ricchi di magia. Si, perché le loro storie sono tutte piene di romanticismo e baci magici, mentre quelle originali...be', sono decisamente diverse.

Ma perché ai bambini non vengono raccontate quelle vere, bensì gli vengono propinate delle versioni decisamente edulcorate? È esattamente ciò che si chiede Rebecca in Qualcosa di vero di Barbara Fiorio.


Il tema delle fiabe a me sta particolarmente a cuore, così quando ho letto sul sito della Feltrinelli di questo libro, sono corsa in libreria ad acquistarlo.

Barbara Fiorio è una simpaticissima scrittrice italiana, pubblicata anche in Spagna. Dalla formazione classica, si è occupata di favole, tanto da trasformare il suo saggio ironico C'era una svolta in questo divertentissimo romanzo.

Già il fatto che si occupi di favole, ai miei occhi, la rende ancora più interessante, ma appena mi sono immersa nella sua lettura devo ammettere che mi ha completamente conquistata e già sto pensando di acquistare altri suoi libri.

Ironica, fresca, intelligente, brillante, divertente e irresistibile. Così la descriverei. Aggettivi che utilizzerei anche per descrivere il suo romanzo.

Qualcosa di vero è un racconto leggero, perfetto per quei periodi in cui si ha decisamente voglia di cose poco impegnative, perché la testa fuma già abbastanza e si sente la necessità di svagarla con qualcosa di simpatico. Si, è leggero ma fa comunque imparare qualcosa: le fiabe autentiche. Quelle dei fratelli Grimm e di Andersen e le propone in maniera deliziosa! Non manca però l'occasione di una riflessione seria, perché in mezzo a tante favole e personaggi immaginari, si parla anche di violenza sulle donne.

La storia ha due protagoniste: Giulia, una grande pubblicitaria e Rebecca, una bambina di quasi nove anni, arrivata da poco in città.

Una notte Giulia inciapa in Rebecca sul pianerottolo del loro condominio e, siccome la bambina dice di essere sola e di aver paura, le offre ospitalità per una notte. Ciò fa infuriare la madre, che non sapendo che fine avesse fatto la figlia, si preoccupa e intima a Giulia di starle alla larga. Ma Rebecca non ha nessuna intenzione di restare da sola in casa la notte quando la mamma non c'è, non vuole rischiare di finire nelle grinfie dei mostri e così inizia un'amicizia segreta tra le due, in cui si vede Giulia trasformarsi nella signora della buonanotte e Rebecca imparare le favole vere che amerà a tal punto da raccontarle anche a scuola.
Ma come reagiranno i suoi compagni? E la mamma della bambina scoprirà mai di questa amicizia? 
La storia però non si esaurisce qui: amori, amicizie, coraggio fanno da cornice a una storia deliziosamente ironica e brillante, non priva di cattivi.

Cosa ne penso? Trovo sia un libro proprio per tutti: per grandi e piccoli. L'ho amato tantissimo, divorato, malgrado i tre libri sul comodino. Perché si, a me un libro solo non basta! Mi ha conquistata e quando l'ho terminato mi è davvero dispiaciuto lasciare quelle due simpatiche e forti eroine moderne.
Lo consiglio a tutti gli amanti delle fiabe, come me!

Perché le amo tanto? Perché reputo le favole un mezzo potentissimo per educare i bambini, ma anche per fare riflettere gli adulti. Talvolta si fa l'errore di pensare che le fiabe siano solo per i più piccoli e quindi se ne perde il gusto di una rilettura più attenta e matura perdendo, di conseguenza, anche i tanti piccoli messaggi davvero saggi inviati proprio a noi.

Ma ora vi lascio ad alcuni estratti del libro e vi do appuntamento alla prossima recensione.

Voi lo avete letto? Cosa ne pensate?

Un abbraccio,

Stefania



Giulia poteva smarrirsi per ore in una parola, spesso sentendone l'odore,
immaginandone il colore e percependone la densità.
Per lei le parole erano tridimensionali, erano oggetti preziosi con cui fare magie.


Quale vuoi?
Cenerentola.
Hai quasi nove anni, la conoscerai a memoria.
Rebecca prese un respiro profondo. Ovvio che la conosceva, spiegò, ma le favole erano
fatte per essere raccontate un mucchio di volte, per un mucchio di tempo.


Principi smidollati, principesse in pericolo, bambini abbandonati o altro?
le chiese Giulia mentre lei si infilava sotto il piumone.
Voleva una fiaba divertente, le disse. Ma anche con una principessa.
Lo sguardo di Giulia salì verso un angolo del soffitto e tornò giù con un sorriso.
Ti racconto della più famosa mangiatrice di mele dopo Eva.
Biancaneve? Ma non fa ridere!
Come no. È una delle principesse più stupide delle fiabe, e con un cuor di primula
disarmante. Fa ridere per forza.

Rebecca si coprì bene e si sdraiò su un fianco posando la testa sul braccio piegato.
Era pronta.

Eppure, nulla era vissuto seriamente come al piano dei pazzi. Ma, questo, solo i pazzi
lo capivano.


Il processo creativo aveva un'essenza esoterica che sarebbe stato blasfemo tentare di spiegare: andava lasciato libero nella sua apparente illogicità, era una questione di fede.

Non ci sono vegetariani nelle fiabe,” dichiarò Rebecca con autorevolezza.
Ci fu un attimo di silenzio.
“Mia mamma è vegetariana,” disse una coi riccioli.
“Cosa sono i vegetariani?” chiese finalmente qualcuno.
“Sono quelli che non mangiano carne, pesce o persone,” spiegò Rebecca.
Risero tutti.
“Ma nessuno mangia le persone!

“La mamma del marito della Bella addormentata, sì.


“Dubito che chi ama i libri possa rinunciare a sfogliarli per leggerli su uno schermo.”
“Andiamo via, mamma. Lui non ti vuole bene, se ti picchia.”
Un dogma semplice, come solo i bambini possono riassumere. Lui non le voleva bene, se la picchiava.


Se vuoi trasformare un ranocchio in un principe, non devi baciarlo. Devi lanciarlo forte contro il muro.


4 commenti:

  1. in effetti deve essere un vero spasso questo libro!!! :)

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    1. Te lo consiglio assolutamente!!! Tanto ormai ti ho traumatizzata io con le vere storie, non rischio di farti restare male! ahahah <3

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  2. Sembra bellissmo! Mi hai fatto venire voglia di leggerlo.

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    1. A me è piaciuto veramente un sacco!!!! :D Se lo leggerai, fammi sapere cosa ne pensi. :)

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